Problema mal resolvido
O Vaticano tem um problema com Israel, parece que só a contragosto reconhece Israel como um país com direito a existir. Esta relação problemática entre o Vaticano e Israel não é de agora, nem exclusivo deste papa, como se pode ver por este artigo de Sandro Magister, em WWW.Chiesa, em que é feita uma análise à visão da Igreja em relação a Israel. Como aí se escreve (destaques meus):
Di certo le autorità della Chiesa cattolica non difendono l’esistenza di Israele – che i suoi nemici vogliono annientare ed è la vera, ultima posta in gioco del conflitto – con la stessa esplicita, fortissima determinazione con cui alzano la voce in difesa dei principi “innegoziabili” riguardanti la vita umana.
Lo si è visto nei giorni scorsi. Le autorità della Chiesa e lo stesso Benedetto XVI hanno levato la loro voce di condanna contro "la massiccia violenza scoppiata nella striscia di Gaza in risposta ad altra violenza" solo dopo che Israele ha iniziato a bombardare in quel territorio le postazioni del movimento terroristico Hamas. Non prima. Non quando Hamas consolidava il suo dominio feroce su Gaza, massacrava i musulmani fedeli al presidente Abu Mazen, umiliava le minuscole comunità cristiane, lanciava ogni giorno missili contro le popolazioni israeliane dell'area circostante.
Nei confronti di Hamas e della sua ostentata "missione" di cancellare lo stato ebraico dalla faccia della terra, di Hamas come avamposto delle mire egemoniche dell'Iran nel Vicino Oriente, di Hamas come alleato di Hezbollah e della Siria, le autorità vaticane non hanno mai acceso l'allarme rosso. Non hanno mai mostrato di giudicare Hamas un rischio mortale per Israele, un ostacolo alla nascita di uno stato palestinese, oltre che un incubo per i regimi arabi dell'area, dall'Egitto alla Giordania all'Arabia Saudita.
E, para melhorar, ou seja, piorar, as coisas há na Igreja quem partilha a ideia de que a existência de Israel é provisória (destaques meus):
"L'amara realtà è che, nella regione mediorientale, la presenza di Israele è ritenuta 'provvisoria', e la garanzia della sopravvivenza dello stato ebraico è riposta – per quanto sia amaro dirlo – nella sua superiorità militare".
Il problema è che la "provvisorietà" dello stato di Israele è pensiero condiviso da una parte significativa della Chiesa cattolica. Ed è questo pensiero a influire sulla politica vaticana nel Vicino Oriente, a bloccarla su vecchie opzioni prive di efficacia e a impedirle di afferrare le novità che pur sono divenute evidenti in questi giorni, tra le quali la crescente, fortissima avversione ad Hamas dei principali regimi arabi e degli stessi palestinesi dei Territori, oggettivamente più vicini oggi alle ragioni di Israele di quanto non lo sia il Vaticano.
Por tudo isso, não surpreendem as palavras do cardeal Renato Martino ao dizer que a Faixa de Gaza se assemelha a um campo de concentração são o reflexo desse problema do Vaticano. É lógico que é uma comparação perfeita e completamente estúpida, mas está dentro da tradição vaticana quando se trata de Israel.
Seria bom que o Vaticano ulrapassasse este complexo em relação a Israel e que deixasse de considerar que, sempre que há um conflito, os palestinianos são sempre vítimas e os israelitas sempre os agressores.